Le informazioni in rete 1 - qualità e progettazione 2 - diritti Prof. Pierluigi Feliciati 1.

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Le informazioni in rete 1 - qualità e progettazione 2 - diritti Prof. Pierluigi Feliciati 1

Cosa significa qualità? Discutiamo sulle possibili definizioni di Qualità 2

Cosa significa qualità? 1.Raccogliamo le parole chiave 2.Trasformiamole in requisiti (che vuol dire?) 3.Applichiamole ai prodotti/servizi web 3

Uso ed ergonomia: dai fornelli al web 4

5

Cosa significa qualità? La qualità dipende dalla capacità di un software/sistema/sito di garantire a determinati utenti di raggiungere determinati obiettivi con efficacia, efficienza, soddisfazione (e sicurezza, aggiungerei) in determinati contesti 6

Cosa significa qualità? Determinati Utenti, Obiettivi, Contesti (da un lato), discutiamone: Che vuol dire determinati utenti, per il web? Il contesto e gli obiettivi dipendono gli uni dagli altri, sono solo correlati, o sono due cose diverse? Alla fine, gli obiettivi/contesti di questi utenti, li conosciamo o glieli imponiamo? Quanto contano gli obiettivi del committente? 7

Efficacia, efficienza, soddisfazione (dall’altro): L'efficacia nell’uso del prodotto indica la accuratezza e la completezza con la quale gli utenti raggiungono determinati risultati. L’efficienza nell’uso del prodotto indica le risorse spese in relazione alla accuratezza e completezza con la quale gli utenti raggiungono determinati risultati. La soddisfazione indica la libertà da disagi e vincoli e la disposizione favorevole degli utenti all’uso del prodotto. Cosa significa qualità? 8

Che significa qualità? Questa definizione mette in evidenza che la qualità di un software NON RISIEDE nell' ● essere senza difetti ● ricco di funzionalità ● tecnologicamente innovativo ma che si può ottenere solo tenendo conto delle esigenze degli utenti in relazione al contesto d’uso del prodotto stesso. 9

Gli utenti al centro della scena Se l’unità di misura della qualità sono gli utenti, vale la pena chiedersi: Chi sono? Vale la pena coinvolgerli nel progetto? Come farlo? Quando farlo? 10

I miti sugli utenti Spesso nella progettazione di sistemi multimediali destinati ad un largo pubblico (quello del Web) non si ritiene necessario adottare metodi preventivi di analisi delle esigenze e dei comportamenti degli utenti in relazione ai contesti, ritenendoli troppo impegnativi. Ci si affida al buon senso, ad una pretesa consapevolezza (sensazione) di cosa gli utenti vogliano e come si comportino e si converge comodamente su alcuni miti 11

Mito 1: gli utenti? Certo che li conosciamo! Di solito, (nei casi migliori) al massimo conosciamo solo noi stessi e per valutare gli altri ci basiamo sul senso comune 12

Mito 2: il MCDonald digitale Ovvero: Offrire molte opzioni rende tutti gli utenti felici Problemi Quali aspettative hanno gli utenti? Prevedere sistemi di personalizzazione? 13

Mito 3: per gli utenti, la qualità risiede nelle novità E' solo un pregiudizio diffuso dal marketing dei produttori di hardware che TUTTI gli utenti siano interessati SOLO ai gadgets tecnologici! 14

Mito 4: studiare gli utenti è una perdita di tempo Recenti ricerche hanno dimostrato invece che lo studio degli utenti nei progetti digitali incide in modo minimo sul budget. Per le PA italiane, poi, ci sono strumenti già pronti (li vedremo)! 15

Chi sono gli utenti digitali? il concetto di utente (e ciò che ne consegue) è stato introdotto nell'ambiente multimediale del Web provenendo da più fonti diverse ma collegate: da un lato quella della normativa sui servizi pubblici, che preme per riformare la PA mettendo al centro il cittadino e i servizi piuttosto che l’attività burocratica dall’altro l’ICT, che nei modelli di progettazione dei sistemi (fisici e logici) tiene conto in via prioritaria degli utenti, dei loro requisiti e delle loro interazioni col sistema Infine, nell’attenzione alla customer satisfaction che è parte essenziale del bagaglio dei servizi di ogni tipo 16

Utenti? Digitali, reali e macchine... l’utente per gli informatici L’utente è chi fa uso di sistemi d’elaborazione per ottenere ed elaborare dati e per scambiare informazioni: questo avviene attraverso una interfaccia utente (spesso abbreviata in UI, dall'inglese User Interface, ormai di norma Grafic UI), ciò che si frappone tra la macchina e l'utente, ciò che fa dialogare l'uomo con la macchina. Un account costituisce quell'insieme di funzionalità, strumenti e contenuti attribuiti ad un utente in determinati contesti operativi. Attraverso il meccanismo dell'account, i sistemi mettono a disposizione dell'utente un ambiente con contenuti e funzionalità personalizzabili, oltre a un certo isolamento dalle altre utenze parallele. 17

Gli utenti-macchina Il Web è sempre di più un ambiente di interazione non solo tra persone e tra organizzazioni ma anche tra procedure software, tra macchine, insomma è un ambiente di continua interoperabilità. Basti citare quello che fanno i motori di ricerca, i web services, l’estrazione e rielaborazione dei feed XML RSS, il mash-up tra funzioni, l’harvesting di metadati e dati... Quindi, la qualità di un’applicazione web si confronta anche col gradimento di utenti non-umani, che per funzionare devono poter trovare nel modo giusto le informazioni giuste nelle forme giuste. Queste condizioni, in sintesi, sono quelle che garantiscono la piena interoperabilità. 18

Esempio: gli utenti di Europeana 19

Valutare per ben progettare Vediamo velocemente alcuni modelli di valutazione della qualità degli ambienti digitali Se il concetto di qualità dipende dalla valutazione, non possiamo fare a meno di capire come è possibile valutare una cosa così complessa come un ambiente software, specie Web, in cui i comportamenti, le aspettative e le eventuali soddisfazioni degli utenti non sono misurabili “guardandoli”… 20

La valutazione dell’ambiente 21 Tsakonas et al., Tryptich Interaction Framework, 2007

Lo human-centred design 22

Il Digital Library Rerefence Model (DELOS) 23

Andiamo oltre… A questo punto possiamo approfondire, cercando di definire e valutare la qualità web ●accessibilità, usabilità ●normativa e strumenti in Italia ●esercitazione di valutazione discount Domande? 24

La qualità del web A differenza di altri software e di altri media, il Web ha una diffusione universale, quindi è difficile conoscere le tipologie di utenti e i contesti. Per affrontare questa complessità e garantire requisiti di qualità è utile partire da due caratteristiche qualitative di base che sono: la accessibilità dei contenuti, che tiene conto delle diverse tipologie di utenti e di contesti d’uso la usabilità con la quale si indicano sinteticamente i requisiti di efficacia, efficienza, sicurezza e soddisfazione 25

Che significa accessibilità? Un applicazione web è accessibile quando il suo contenuto informativo, le sue modalità di navigazione e tutti gli elementi interattivi eventualmente presenti sono fruibili dagli utenti indipendentemente dalle loro disabilità, dalla tecnologia che essi utilizzano per accedere al sito e dal contesto in cui operano mentre accedono al sito. 26

Accessibilità e disabilità O.M.S. - International Classification of Functioning, Disability and Health (2001)‏ è la classificazione internazionale ufficiale della disabilità: Si parla di “funzionamento umano” in generale e non puramente di disabilità Il modello fornito è universale e non riguarda solo una minoranza Integra sia gli aspetti medici che quelli sociali Non riguarda solo gli adulti ma copre l’intero arco della vita (bambini e anziani)‏ Si passa da “conseguenze di un disturbo” a “componenti della salute” 27

Accessibilità Le tecnologie assistive Le persone con disabilità, per usufruire degli strumenti ICT, devono utilizzare le cosiddette tecnologie assistive, che tipicamente effettuano una conversione equivalente delle informazioni da un organo di senso ad un altro, ad es.:  dalla vista (schermo del PC) al tatto (es. Barra Braille per non vedenti)  dalla vista (schermo del PC) all’udito (es. sintesi vocale o audio descriizone per non vedenti)  dall’udito (documenti audio) alla vista (documenti testuali) (riconoscitore vocale per disabili motori e non udenti)‏ 28

Accessibilità Le tecnologie assistive Possono anche consentire un diverso modo di utilizzare taluni dispositivi, ad esempio: mouse speciali (per disabili motori); tastiere speciali (per disabili motori). Consentire di sopperire a menomazioni gravi di una facoltà sensoriale, ad esempio: gli ingranditori del testo sullo schermo del PC (per gli ipovedenti)‏ 29

Accessibilità Le disabilità tecnologiche Questa espressione è stata coniata per indicare la difficoltà o l’impossibilità di accedere al Web o alle tecnologie ICT a causa di tecnologie obsolete o poco diffuse o di scarse o nulle competenze informatiche. La disabilità tecnologica riguarda soggetti diversi fra loro perché non è causata solo da fattori tecnologici (tecnologie non funzionanti, superate od inefficaci, connessioni molto lente, etc.), fattori economici (non sempre si può avere l'ultima tecnologia) ma anche da condizioni geografiche, economiche e sociali (età, livello di istruzione...) che favoriscono il digital divide 30

Come garantire accessibilità Detto tutto questo, va chiarito che nonostante l'esistenza di tecnologie assistive (e comunque non per tutti), buona parte degli accorgimenti necessari a garantire l'accessibilità di contenuti e servizi a tutti dipendono dalla qualità dei contenuti e dei servizi a monte, previsti dai progettisti. Se concepisco, ad esempio, una pagina web o un depliant usando solo metafore legate ai colori, impedirò a chi soffre di daltonismo di raccapezzarsi; oppure se veicolo tutti i miei messaggi tramite video privi di sottotitoli o di audio-descrizione,i ciechi non potranno fruirne: in questi casi, non ci sono tecnologie assistive che possano aiutare! 31

Come garantire accessibilità Le tecniche W3C - WAI – Web Content Accessibility Guidelines - WCAG versione 2.0 (2008) Si basa su 4 principi, che fanno da pilastri all'accessibilità del Web, percepibile, utilizzabile, comprensibile e robusto: 12 linee guida per tuti I 4 principi Criteri di successo, per ottenere tre livelli di conformità: A (minimo), AA e AAA (massimo) Per ciascuna linea guida e criterio di successo proposte una serie di tecniche da adottare. Le WCAG 2.0 in italiano 32

La qualità del web (pubblico) secondo la normativa vigente La legge “Stanca” sull’accessibilità dei soggetti disabili agli strumenti informatici (Legge 9 gennaio 2004, n. 4) ha imposto nel contesto normativo italiano un modello rigoroso per assicurare la qualità e l’accesso GLOBALE di tutti i cittadini ai siti Web che offrono informazioni e servizi delle Pubbliche Amministrazioni, concependo l’accessibilità non come un problema di minoranze ma come prerequisito del web di qualità. Uno degli obiettivi era creare un livello di qualità del web medio-alto e spingere anche le imprese ad investire in accessibilità. 33

Le norme sull’accessibilità Il decreto attuativo con le regole tecniche per la valutazione è uscito sulla G.U. dell’8 agosto 2005 predisposto dai gruppi di lavoro “Metodologia” e “Regole tecniche” della Commissione interministeriale permanente per l’impiego delle ICT a favore delle categorie deboli o svantaggiate‏, di cui facevano parte esperti: della PA centrale e locale delle associazioni di categoria di disabili CNR e Università delle associazioni di produttori di hardware e software e di sviluppatori 34

valutare il Web (pubblico) Il Decreto definisce (art. 2): Il primo livello di accessibilità dei siti Web è accertato previo esito positivo della verifica tecnica che riscontra la conformità delle pagine dei siti ai requisiti tecnici applicando la metodologia indicata I requisiti tecnici si applicano anche nei casi in cui i soggetti forniscono informazioni o erogano servizi mediante applicazioni Internet rese disponibili su reti Intranet o su supporti, come CD-ROM, DVD, utilizzabili anche in caso di personal computer non collegato alla rete. 35

valutare il Web pubblico verifica tecnica 22 requisiti Per la verifica tecnica dei siti internet si prevedono 22 requisiti (Tabella A). metodologia La metodologia è basata su : strumenti automatici (validatore W3C per (X)HTML e CSS, HTML Tidy)‏ strumenti semiautomatici (Evaluation, Repair and Trasformation tools di W3C)‏ verifiche degli esperti esame della pagina con più browser grafici esame della differenza di luminosità tra testo e sfondo esame della pagina con un browser testuale 36

valutare il Web pubblico (requisiti esempio) Requisito n.° 3 Enunciato: Fornire una alternativa testuale equivalente per ogni oggetto non di testo presente in una pagina e garantire che quando il contenuto non testuale di un oggetto cambia dinamicamente vengano aggiornati anche i relativi contenuti equivalenti predisposti; l’alternativa testuale equivalente di un oggetto non testuale deve essere commisurata alla funzione esercitata dall’oggetto originale nello specifico contesto. 37

valutare il Web pubblico (requisiti esempio) Requisito n.° 4 Garantire che tutti gli elementi informativi e tutte le funzionalità siano disponibili anche in assenza del particolare colore utilizzato per presentarli nella pagina. Requisito n.° 5 Evitare oggetti e scritte lampeggianti o in movimento le cui frequenze di intermittenza possano provocare disturbi da epilessia fotosensibile o disturbi della concentrazione, ovvero possano causare il malfunzionamento delle tecnologie assistive utilizzate; qualora esigenze informative richiedano comunque il loro utilizzo, avvertire l’utente del possibile rischio prima di presentarli e predisporre metodi che consentano di evitare tali elementi. 38

valutare il Web pubblico Il secondo livello di accessibilità riguarda la qualità delle informazioni fornite e dei servizi erogati dal sito Web Web e si articola in primo, secondo e terzo livello di qualità. I livelli di qualità per questo livello di accessibilità sono accertati con la verifica soggettiva attraverso i criteri di valutazione, applicando la metodologia indicata. 39

La qualità del Web: un passo in più Usabilità il grado in cui un prodotto può essere usato da specifici utenti per raggiungere specifici obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d'uso. La definizione è quella dello standard ISO "Ergonomic requirements for office work with visual display terminals - Guidance on usability" 40

Usabilità Principi di Usabilità Non sempre è possibile progettare e realizzare un sito Web utilizzando direttamente la metodologia ottimale perché essa richiede l’impiego di risorse umane (campione di utenti, professionisti della usabilità, ecc.), organizzative e finanziarie non sempre disponibili. Dalle esperienze fatte impiegando la metodologia, gli esperti di usabilità hanno proposto nel tempo vari Principi e Criteri generali che secondo loro possono guidare la progettazione per garantire efficacia, efficienza e soddisfazione (discount usability, Norman). 41

valutare il Web pubblico Nel decreto del 2005 I criteri su cui basare la verifica soggettiva (usabilità) sono: 1percezione: informazioni e comandi necessari per l’esecuzione dell’attività devono essere sempre disponibili e percettibili; 2comprensibilità: informazioni e comandi necessari per l’esecuzione delle attività devono essere facili da capire e da usare; 3operabilità: informazioni e comandi devono consentire una scelta immediata della azione adeguata per raggiungere l’obiettivo voluto; 4coerenza: simboli, messaggi e azioni devono avere lo stesso significato in tutto l’ambiente; 42

valutare il Web pubblico 5 salvaguardia della salute (safety): l’ambiente deve possedere caratteristiche idonee a salvaguardare il benessere psicofisico dell’utente; 6sicurezza: l’ambiente deve possedere caratteristiche idonee a fornire transazioni e dati affidabili, gestiti con adeguati livelli di sicurezza; 7trasparenza: l’ambiente deve comunicare all’utente lo stato, gli effetti delle azioni compiute e le informazioni necessarie per la corretta valutazione della dinamica dell’ambiente stesso; 8apprendibilità: l’ambiente deve possedere caratteristiche di utilizzo di facile e rapido apprendimento; 43

valutare il Web pubblico 9aiuto e documentazione: funzioni di aiuto, quali le guide in linea, e documentazione relativa al funzionamento dell’ambiente devono essere di facili reperimento e connesse al compito svolto dall’utente; 10 tolleranza agli errori: l’ambiente, pur configurandosi in modo da prevenire gli errori, ove questi si manifestino, deve fornire appropriati messaggi che individuino chiaramente l’errore occorso e le azioni necessarie per superarlo; 11 gradevolezza: l’ambiente deve possedere caratteristiche idonee a favorire e mantenere l’interesse dell’utente; 12 flessibilità: l’ambiente deve tener conto delle preferenze individuali e dei contesti. 44

valutare il Web L’usabilità è un presupposto di qualità tanto importante quanto poco considerato Si presuppone spesso che offrire una buona procedura o buoni contenuti basti, anche in ambiente digitale, mentre ancor più che nel mondo reale è necessario per gli utenti poter conoscere, scegliere e usare facilmente. Per valutare appieno servirebbe un’analisi svolta da esperti di ergonomia degli ambienti digitali (psicologi cognitivi, esperti di interfacce etc.) 45

valutare il Web pubblico Il dipartimento funzione pubblica, per supportare le PA, ha rilasciato un protocollo di esplorazione dell’usabilità, progettato per essere applicato senza bisogno di esperti, con 4-5 utenti, eGLU 1.0. Il protocollo, sviluppato dal GLU comprende un’analisi basic e un’analisi avanzata. In caso emergano problemi o dubbi, si può intervenire direttamente o valutare di rivolgersi ad esperti per un’analisi più approfondita. 46

audience measurement, user interaction e valutazione della soddisfazione degli utenti E’ evidente che l'unico modo di incrociare con certezza i desideri, i gusti e le eventuali soddisfazioni/insoddisfazioni degli utenti digitali è rivolgersi direttamente a loro. Esistono molte tecniche di ricerca sugli utenti, dirette e indirette, automatiche e non, quantitative e qualitative. Non sempre costose e complesse. Una buona politica di marketing di servizi web dovrebbe tenerne debito conto. 47

audience measurement, user interaction e valutazione della soddisfazione degli utenti In merito alle tecniche di interazione avanzata e di monitoraggio del comportamento degli utenti, va effettuata una distinzione importante tra: tecniche di misurazione e analisi dei segmenti di mercato (gruppi teorici di utenti/ clienti) (audience measurement) tecniche per valutare i bisogni degli utenti (prima) e la loro soddisfazione (dopo) tecniche per coinvolgere più possibile gli utenti nella vita delle applicazioni web. 48

User Logs analysis (automatica) 49 Vantaggi Non sono necessari hardware o installazioni di software speciali Sempre disponibili sia le informazioni attuali che le storiche Tutti gli eventi che accadono nel server vengono registrati Anche i siti a basso traffico possono essere analizzati facilmente svantaggi difficoltà di standardizzazione dei parametri una parte significativa delle risorse visitati sfugge alla registrazione (ad esempio le pagine dinamiche) incapacità di misurare il traffico client-side (memoria cache, etc.) difficoltà di calcolare il tempo realmente trascorso su una pagina mancanza di informazioni socio demografiche

La valutazione della soddisfazione i questionari on-line Si consiglia di premettere la durata prevista per l’intervista. Si compone di una serie di domande poste con diverse modalità (aperte, chiuse, singole, multiple ecc.) e con le quali si interagisce attraverso soluzioni grafiche interattive (bottoni, liste a tendina, riquadri, frecce di avanzamento..). La sequenza delle domande deve essere coerente e dinamica, impedendo dichiarazioni multiple, fino alla conclusione dell’intervista e alla pagina finale di ringraziamento. 50

Misurazione dell’audience 51 I vantaggi del questionario online sono: costi contenuti tempi di progettazione e realizzazione rapidi capacità di raggiungere utenti dispersi sul territorio possibilità di impiegare contenuti multimediali (audio e video) controllo in tempo reale dei processi. Le criticità: veridicità delle affermazioni che l’intervistato fornisce (anche in merito alla propria identità) incompletezza della compilazione (significativa?)

Simulare l’utente 52 I profili utente ( user types ) descrivono alcune tra le caratteristiche stabili di una tipologia di persone rappresentativa del bacino di destinatari cui l’applicazione intende rivolgersi. Possono essere classificati: per variabili geografiche (nazione, regione, città ecc.) per variabili demografiche (età, genere, istruzione, censo, occupazione, stato socioeconomico, religione, nazionalità/razza, disabilità, lingua etc.) per variabili “webografiche” (comportamento nell’uso di Internet, siti preferiti, browser utilizzati etc.) variabili comportamentali (impazienza, disposizione all’esplorazione, curiosità ecc.)

Simulare l’utente 53 L’applicazione web può proporre selezioni di contenuti basate su determinati profili o ruoli. Questo processo può anche essere automatizzato a seguito di una procedura di registrazione dove l’utente finale indica il profilo di appartenenza. Una volta definiti e assegnati, questi profili possono essere sfruttati in fase di ricerca e per applicare logiche di marketing nei confronti di determinate categorie di utenti. Una volta definitivo un profilo, questo può essere utilizzato per rintracciare con facilità tutti gli utenti di quel tipo. Ogni ruolo può controllare l’accesso a una o più pagine web. Un profilo può essere associato a più ruoli; un ruolo può essere associato a più profili.

Simulare l’utente: Personae 54 Per caratterizzare meglio i profili, specie in fase progettuale, si può utilizzare la tecnica delle personae. “Le persone sono personaggi simulati, creati per rappresentare profili utente differenziati rispetto a un target che potrebbe visualizzare un sito o utilizzare un prodotto. Le persone sono utili nell’aiutare a prendere delle decisioni su un prodotto, relativamente a caratteristiche, interazioni e design. Una persona rappresenta gli obiettivi e i comportamenti di un gruppo di utenti reali” (Wikipedia). Come facciamo a definire una persona? In genere, le caratteristiche di una persona sono la sintesi dei dati raccolti in occasioni di interviste contestuali, interviste individuali, indagini sul Web, focus group, test di usabilità ecc.

Simulare l’utente: casi d'uso 55 Esistono poi alcune tecniche che consentono di “simulare” il comportamento dell’utente nell’utilizzo di una specifica applicazione: i casi d'uso (use cases) Un caso d’uso è la descrizione di come gli utenti eseguono delle azioni sulla propria applicazione web: una sequenza di interazioni tra l’utente e l’applicazione web. Generalmente si divide in due parti: Gli step che l’utente deve compiere per eseguire una determinata azione Il modo in cui l’applicazione web dovrebbe rispondere alle azioni dell’utente.

Simulare l’utente: scenari 56 “Uno scenario è una narrazione che descrive una serie di interazioni prevedibili tra alcuni tipi di utenti (characters) e il sistema. Gli scenari comprendono informazioni sugli obiettivi, le aspettative, le motivazioni, le azioni e le reazioni. Gli scenari “non sono profetici né previsionali, ma piuttosto cercano di riflettere o ritrarre il modo in cui un sistema viene utilizzato nel contesto dell’attività quotidiana” (Wikipedia). Gli scenari possono raggiungere diversi livelli di dettaglio (semplici o complessi)

I diritti d’accesso Le risorse digitali si possono classificare anche a seconda dei diritti d‘accesso e d'uso: proprietari - posseduti in esclusiva da un soggetto che ne mantiene segreto il funzionamento aperti - sono resi pubblici e sono documentati liberi - si lascia libertà di utilizzare, studiare, modificare e redistribuire i formati, a patto di non sfruttarli commercialmente (GNU-GPL)‏ 57

I diritti d’accesso Le risorse digitali si possono classificare anche a seconda dei diritti d‘accesso e d'uso: proprietari - posseduti in esclusiva da un soggetto che ne mantiene segreto il funzionamento aperti - sono resi pubblici e sono documentati liberi - si lascia libertà di utilizzare, studiare, modificare e redistribuire i formati, a patto di non sfruttarli commercialmente (GNU-GPL)‏ 58

I diritti d’accesso Formati liberi Libertà di utilizzare il formato per qualunque scopo; Libertà di studiare il formato ed adattarlo alle proprie necessità. Conoscerne le specifiche è un prerequisito; Libertà di redistribuire le specifiche del formato; Libertà di modificare le specifiche e redistriburne le versioni modificate. 59

I diritti d’accesso Riassumendo: software proprietario o privato: prevede restrizioni sul suo utilizzo, sulla sua modifica, riproduzione o ridistribuzione, solitamente imposti da un proprietario. Queste restrizioni vengono ottenute tramite mezzi tecnici o legali. software libero: pubblicato con una licenza che permette a chiunque di utilizzarlo e che ne incoraggia lo studio, le modifiche e la redistribuzione Software a codice aperto (open source): i detentori dei diritti ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso. 60

I diritti d’accesso e l’IPR L'IPR (Intellectual Property Rights) comprende la proprietà letteraria e scientifica (il diritto d’autore e i diritti connessi, o, in ambito anglosassone, il copyright) e la proprietà industriale (i brevetti, i marchi, i disegni e modelli industriali) ma sono soprattutto i diritti d’autore e di riproduzione che interessano quando si digitalizzano contenuti culturali. I sistemi multimediali sul Web devono essere consapevoli dei diritti che entrano in gioco nella creazione, riproduzione, negoziazione, diffusione e repackaging” delle risorse digitali, concentrandosi soprattutto su due questioni: a) identificare i diritti sul materiale che intendono digitalizzare b) agevolare il riuso ed evitare usi non autorizzati 61

I diritti d’accesso e l’IPR I progetti multimediali devono rispettare i diritti di proprietà intellettuale e di riproduzione detenuti sui materiali con i quali lavorano, e in particolare: i diritti detenuti sui materiali originali (se digitalizzati) i diritti detenuti sulle risorse digitali i diritti o le concessioni assegnate ai service provider per mettere a disposizione le risorse digitali i diritti o le concessioni che si assegnano all’utente delle risorse digitali. I progetti devono inoltre rispettare ogni diritto discendente dai termini e dalle condizioni dei programmi di digitalizzazione nel cui quadro essi operano. 62

I diritti e le licenze Una licenza è l’atto con cui il titolare dei diritti di proprietà intellettuale conferisce ad altri il permesso di utilizzare un particolare contenuto per determinati usi e a condizioni ben specificate: un contratto a tutti gli effetti giuridici. Per evitare di doversi rivolgere a studi legali e facilitare la redazione delle licenze giuste a seconda dei contesti, sono state sviluppate delle licenze- quadro. Queste coprono tutte le attività on-line di una organizzazione, sono eventualmente rivedibili e ampliano il mercato per le associazioni di titolari di diritti. 63

Accesso aperto – Open access Movimento internazionale, in ambito di letteratura scientifica, per l’accesso alla produzione scientifica. Alla sua base la Dichiarazione di Berlino (2003): BerlinDeclaration_it.pdf BerlinDeclaration_it.pdf L’informazione deve essere resa largamente e prontamente disponibile alla società si devono sostenere nuove possibilità di disseminazione della conoscenza attraverso l’accesso aperto: una fonte estesa del sapere umano e del patrimonio culturale che siano stati validati dalla comunità scientifica il Web deve essere sostenibile, interattivo e trasparente i contenuti e i mezzi di fruizione devono essere compatibili e ad accesso aperto 64

Creative Commons Un set ormai diffuso di licenze-quadro è l’iniziativa Creative Commons, nata nel 2001, che si collega al modello Open Access. Ha rilasciato un set di sei licenze standard a livello internazionale che offrono uno spettro di opzioni intermedie fra il regime full copyright (tutti i diritti riservati) e il public domain (dominio pubblico). Le licenze Creative Commons combinano fra loro quattro diversi elementi base: Attribution (Attribuzione), Non- Commercial (Non commerciale), Non-derivative (Non opere derivate), Share-alike (Condividi allo stesso modo). Ogni licenza è disponibile in tre versioni: per i legali; per gli utenti; in formato leggibile dalla macchina (in XML-RDF). 65

DRM – Digital Rights management Sono i sistemi tecnologici mediante i quali i titolari di diritto d'autore (e dei diritti connessi, specie gli editori) possono esercitarli in digitale rendendo protette, identificabili e tracciabili le opere. Tramite i DRM, le risorse (testo, immagine, audio, video, SW) vengono protetti, codificati e criptati in modo da garantire una più difficile diffusione e consentirne un utilizzo: limitato (ad esempio solo per determinati periodi di tempo o per determinate destinazioni d'uso); predefinito nell'uso in base alla licenza d'accesso fornita (separatamente) agli utenti finali. 66

DRM – Digital Rights management DRM tramite marcatura e impronte digitali I sistemi multimediali possono considerare la possibilità di apporre una filigrana o un’impronta digitale sui materiali che producono allo scopo di salvaguardare i diritti su di essi detenuti. La filigrana digitale, o marchio elettronico (watermarking), è un segnale (marchio) incorporato permanentemente nei dati digitali, ovviamente apposto informando dettagliatamente l'utenza della sua esistenza e delle sue caratteristiche. A seconda della specifica implementazione, il watermark può essere: ben visibile, come il logo di una emittente televisiva; nascosto, tramite steganografia (in questo caso è più difficile da rimuovere, ma anche da verificare) 67