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Didattica Speciale: codici del linguaggio logico e matematico Prof. Ivan Di Pierro Pedagogista Clinico e Giuridico

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1 Didattica Speciale: codici del linguaggio logico e matematico Prof. Ivan Di Pierro Pedagogista Clinico e Giuridico ivan.dipierro@unimc.it ivan.dipierro@unimc.it UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE

2 Che cosa significa DIDATTICA? Prima di iniziare un percorso sulla didattica speciale della matematica è necessario approfondire il significato di questo termine, didattica, così diffuso e dal senso non sempre altrettanto chiaro e delimitato (Pellery, 1991)

3 DIDATTICA TEORIA DELL'INSEGNAMENTO CHE HA DIVERSE SEDI ED ESPRESSIONI

4 DIDATTICA Parte della pedagogia che ha per oggetto di studio i metodi d'insegnamento L’azione didattica è caratterizzata da INTENZIONALITA’ SISTEMATICITA’

5 La didattica non può prescindere dalla conoscenza Delle mete da raggiungere Dei contenuti da insegnare Dell’allievo nei suoi aspetti psico-sociali Della metodologia che dà validità alle strategie impiegate

6 DIDATTICA COGNITIVISTA Didattica che sollecita i processi mentali individuali, orientata ai principi delle scienze cognitive e una visione attiva e plastica dell'agire del pensiero.

7 DIDATTICA METACOGNITIVA Azione didattica diretta e indiretta che sollecita attività di metacognizione, mediante l'insegnamento, la partecipazione cognitiva, forme di autoanalisi.

8 Insegnare significa “Comunicare mediante segni che incidono in profondità sull’altro, facendolo progredire, migliorare ed evolvere. L’insegnamento diventa il processo attraverso il quale viene fornito al discente ciò che una data teoria dell’apprendimento considera essenziale, favorendone il transfer. Attraverso il transfer l’individuo mette in pratica l’appreso”

9 L’apprendimento Coinvolge tutta la persona Parte dall’interno Viene valutato dal discente conformemente ai suoi bisogni interiori L’essenza dell’apprendimento è il significato

10 Attualmente i termini integrazione e inclusione vengono usati molto spesso come sinonimi

11 MACRO OBIETTIVO DELLA DIDATTICA SPECIALE L’INTEGRAZIONE ETIMOLOGIA Inserire una persona o un gruppo in un ambiente o in un contesto in modo che ne diventi parte organica; Rendere qualcosa completo, o più valido, più efficace.

12 INCLUSIONE Riconoscere la diversità presente in ciascuno dei soggetti Valorizzare la diversità Costruzione di legami che riconoscono la specificità e la differenza di identità

13 La professionalità dell’insegnante specializzato si mostra nella sua funzione di sostegno alla classe, portatore e operatore di un’ampia cultura dell’inclusione, specializzato nella progettazione dell’intervento pedagogico negli stati della differenza e della diversità.

14 INTEGRAZIONE INCLUSIONE Guarda al singolo al. Interviene prima sul sogg. poi sul contesto Incrementa una risposta speciale Guarda tutti gli alunni Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto Trasforma la risposta speciale in normalità

15 INCLUSIONE Processo che risponde alla variabilità degli stili di apprendimento Promuove le risorse e le potenzialità di ciascuno Implica cambiamenti nel contesto: nei contenuti, nelle strutture, nelle metodologie Attenzione alle diversità che incontrano DIFFICOLTA’

16 LA DIDATTICA SPECIALE = Didattica di qualità «Un’inclusione di qualità ha bisogno di una didattica di qualità. La didattica è l’insegnamento, cioè le prassi che pervadono l’ambiente scuola, sia in verticale che in orizzontale, con i docenti e tra gli alunni. La didattica è la normalità dell’operare finalizzato allo sviluppo di capacità e competenze utili, nel contesto di una relazione di aiuto profonda e significativa con chi apprende. La didattica è anche puntare a un obiettivo di crescita, avere a cuore lo sviluppo dell’alunno, programmare, agire e valutare (anche severamente) la propria azione didattica e le azioni di chi apprende. Si fa didattica quando si insegna letteratura italiana o calcolo frazionario, quando si lavora nell’educazione socio-affettiva, quando si insegna a collaborare, a soffiarsi il naso, a prendersi cura del materiale didattico, a rispondere con lo sguardo al proprio nome, e in tanti altri modi». (D. Ianes, Didattica speciale per l’integrazione. Un insegnamento sensibile alle differenze, Erickson, Gardolo (TN) 2005 – II edizione)

17 L’inclusione di qualità passa attraverso la qualificazione della didattica: la didattica quotidiana è sempre speciale, nella misura in cui ogni individuo ha dei bisogni speciali.

18 I PRESUPPOSTI TEORICO-PEDAGOGICI QUESTIONE TERMINOLOGICA SECONDO ICF Non più «disabilità» ma «limitazioni delle attività personali». Non più «handicap» o «svantaggio esistenziale» ma «diversa partecipazione sociale». La persona non è più vista in rapporto al suo deficit funzionale e sociale, ma è rapportata al concetto di salute Approccio bio-psico-sociale - benessere fisico, emotivo e sociale - risorsa per la vita quotidiana

19 OBIETTIVO: lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione (Art. 12 della Legge quadro n. 104 del 5 febbraio 1992). Principi fondamentali per la qualità dell’inclusione scolastica: - insegnamento individualizzato; - adeguata programmazione pedagogica; - razionalità del programma didattico; - accoglienza da parte della classe; - facilitazione delle attività didattiche.

20 EDUCAZONE CLINICA Processo di aiuto allo sviluppo della personalità o di sue componenti, relazione di aiuto, clinico scientificamente orientato recato ai processi evolutivi di ciascun individuo.

21 Clinico Approccio o Intervento individuale, su situazioni singolari, in modo empirico e ravvicinato

22 Didattica speciale delle discipline: MATEMATICA Quale matematica per l'alunno disabile? ALLIEVO - che tipo di handicap? - che età? - quale classe? INSEGNANTE -con quale formazione? -con quali competenze? -con quali spazi d'intervento? MATEMATICA -quale matematica? -come?

23 L’insegnante di sostegno deve gestire una realtà estremamente complessa deve saper prendere decisioni, che non si possono definire a priori, perché dipendono: o dall’handicap dell’allievo o dalla sua storia o dalla classe o dall’insegnante o...

24 ASPETTI POSITIVI - insegnamento individualizzato - ha una maggiore libertà rispetto ai Programmi - libertà / obbligo di insegnare qualcosa che sia...... “utile” DECISIONI

25 ...cosa vuol dire ‘utile’? 1) Utile perché viene usata in molte pratiche quotidiane: i soldi, gli spostamenti, (valore strumentale); 2) Utile perché sviluppa le risorse cognitive dell’allievo (valore formativo); 3) Utile perché attraverso tale attività si favorisce l’integrazione dell’allievo in classe

26 CONQUISTA DELL’AUTONOMIA CRESCITA DELLA PERSONA INCLUSIONE SOCIALE

27 QUALE MATEMATICA ? L’avventura della matematica come scienza del numero della misura della logica e dei problemi può diventare una affascinante metafora del fare e del pensare nella scuola secondaria di primo grado e insieme alle altre discipline e in stretta relazione con essi fare proposte finalizzate alla costruzione dei saperi dei ragazzi intervenendo attivamente su competenze trasversali quali: Conoscere, manipolare, interpretare i simboli per rappresentare significati; Esprimersi verbalmente per pensare, comunicare, condividere (identità); Percepire il punto di vista degli altri in relazione al proprio, nelle azioni e nelle comunicazioni (identità e cittadinanza); Porre domande, fare ipotesi, prevedere, anticipare, progettare (competenza); Osservare, organizzare, ordinare le cose e le esperienze; Interagire con lo spazio in modo consapevole potenziando abilità percettive e motorie (autonomia);

28 I centri di attenzione, che questa disciplina sollecita, sono molteplici e a più dimensioni, in modo particolare riconducibili a: 1) la percezione della spazio e la sua rappresentazione; 2) l’approccio al numero come segno e strumento per interpretare la realtà e interagire con essa; 3) l’esperienza della misura dell’ordine e della relazione.

29 Il bambino già da molto piccolo ha intuizioni e sollecitazioni rispetto alla quantità, all’idea di numero, alle forme e alle dimensioni, all’esplorazione dello spazio attraverso il movimento, all’uso di un linguaggio verbale e non verbale volto a dare spiegazioni, raccontare, chiedere e comunicare.

30 GIOCO ed ESPERIENZA La parola chiave è esperienza: esperienze puramente motorie che si intrecciano costantemente con le percezioni visive e tattili e che offrono incessanti occasioni di conoscenza, sotto il costante ed attento coordinamento dell’insegnante. Il “fare” nelle diverse situazioni, è sempre correlato con il porsi domande, con lo scoprire connessioni, con il provare strategie, con il darsi spiegazioni. La matematica è una forma di conoscenza che si insinua in molte attività e non deve essere vissuta come disciplina a se stante, estranea dal contesto reale.

31 OBIETTIVI - SUSCITARE SIMPATIA nei riguardi della didattica della matematica -FAVORIRE LA CURIOSITA’ del mondo circostante per sviluppare una capacità critica -LAVORARE CON NUMERI E GRANDEZZE

32 LE ESPERIENZE E IL LINGUAGGIO  L’attività ludica rende le esperienze dei bambini e ragazzi piacevoli ed interessanti, durante i giochi e le esperienze i ragazzi fanno ragionamenti, congetture, commenti... questo è il momento per cogliere l’opportunità a far parlare i bambini e a farli riflettere; Le attività dovranno essere accompagnate sempre dal linguaggio; Affinché l’intervento educativo sia efficace è di fondamentale importanza l’atteggiamento dell’insegnante che pone costante attenzione all’uso dei termini appropriati, non anticipa soluzioni, ma “RILANCIA “continuamente il ragionamento dei ragazzi.

33 UNIRE IL GESTO ALLA PAROLA

34 La matematica: Numeri e operazioni; Elementi, forme e operazioni geometriche; La matematica e il nostro Mondo.

35 Offrire occasioni di esperienza numerica e geometrica Completare l’esperienza matematica occasionale (a casa... e anche a scuola)

36 Esperienza: toccare, vedere, muoversi, ascoltare; Esperienza matematica: esperire concetti matematici guidati da un adulto

37 Esperienza geometrica: -le forme geometriche nella progettazione tecnologica; -i solidi geometrici; - proporzioni e forme geometriche nell’arte.

38 LE AREE DELLA MATEMATICA AREA PRE-NUMERICA AREA NUMERICA AREA DEL CALCOLO AREA DEI PROBLEMI MATEMATICI AREA DELLA GEOMETRIA E DELLA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

39 AREA PRE-NUMERICA – Organizzazione spaziale. – Organizzazione temporale. – Ordinamenti (per altezza, lunghezza, colore, ecc.). – Discriminazione delle quantità (pochi-tanti, uno-molti, vuoto, di più-di meno.....). – Corrispondenze. – Competenze simboliche.

40 AREA NUMERICA Costruzione del numero 1. Associazione di simboli a quantità. 2. Associazione di numeri a quantità. 3. Posizionatura del numero nella linea. 4. Individuazione del uno-di-più e uno-di-meno. 5. Movimento nella linea dei numeri. Lettura e scrittura di numeri 1. Riconoscimento di simboli numerici. 2. Scrittura di numeri (numeri speculari, numeri scritti dal basso in alto). 3. Lettura di numeri di una o due cifre (inversioni di posizioni). 4. Scrittura di numeri di una o due cifre (inversioni di posizioni). 5. Traduzione in cifre di quantità verbali (es. ventitrè = 32, duecentrotredici = 231). 6. Traduzione numerica di quantità verbali (un paio, duecoppie, mezzadozzina....).

41 AREA DEL CALCOLO Calcolo orale Percezione della quantità al colpo d’occhio. Contare intuitivo. Contare. Ordinamento di quantità. Ordinamento di numeri. Movimento nella linea dei numeri. Numerazioni orali. Addizioni orali. Sottrazioni orali. Partizioni orali.

42 AREA DEL CALCOLO Calcolo scritto Numerazioni scritte. Incolonnamento di operazioni. Posizionatura di riporti Posizionatura di prestiti. Direzione spaziale del calcolo. Senso spaziale del calcolo. Tavoladellemoltiplicazioni. Conteggio di addizioni o sottrazioni. Tavola delle moltiplicazioni. Comprensione dello zero in numeri.

43 AREA DEI PROBLEMI MATEMATICI Comprensione del testo di problemi Comprensione generale del testo. Traduzione dei dati verbali in dati numerici (un paio, due coppie, mezza dozzina...). Comprensione sequenziale di domande. Isolamento di dati inessenziali. Pianificazione del processo di risoluzione di problemi

44 POSSIBILI DIFFICOLTA’ MATEMATICHE LIEVE Numerazione progressiva e regressiva con esitazioni ed inciampi, tendenza della predizione, modesti errori nella scrittura di numeri sotto dettatura, lieve disordine spazio-temporale nell’incolonnamento e nella memorizzazione di tabelline, combinazioni e fatti numerici, lieve difficoltà nelle procedure del calcolo scritto e nella soluzione di problemi, buona disponibilità al compito, sensibilità metacognitiva presente.

45 POSSIBILI DIFFICOLTA’ MATEMATICHE MEDIA Numerazione progressiva e regressiva lenta e con inciampi, errori, sostituzioni, inversioni di numeri, disordini spazio- temporali nell’incolonnamento e nella memorizzazione di tabelline, combinazioni e fatti numerici, alternanza di predizioni ed interruzioni, discontinua comprensione delle procedure del calcolo scritto e della soluzione di problemi, scarsa disponibilità al compito, sensibilità metacognitiva accentuata.

46 POSSIBILI DIFFICOLTA’ MATEMATICHE GRAVE Numerazione progressiva e regressiva con interruzioni e blocchi, perdurante inversione di numeri, netti disordini spazio- temporali nell’incolonnamento e nella memorizzazione di tabelline, combinazioni e fatti numerici, alternanza di predizioni ed interruzioni, scarsa comprensione delle procedure del calcolo scritto e della soluzione di problemi, fuga dal compito, forte sensibilità metacognitiva.

47 POSSIBILI DIFFICOLTA’ MATEMATICHE RADICALE Numerazione progressiva e regressiva costantemente interrotta, errori globali, assenza di predizione, gravi disordini spazio- temporali, difficile comprensione delle procedure del calcolo scritto e della soluzione di problemi, fuga dal compito, forte sensibilità metacognitiva.

48 POSSIBILI DIFFICOLTA’ MATEMATICHE NON APPREZZABILE Rifiuto del compito, assenza del calcolo.

49 La pratica didattica in aula di matematica! Geometria! -Progettare occasioni di esperienza geometrica, anche attraverso il movimento, la manipolazione, l’osservazione e il disegno, in diversi ambienti (aula, palestra, cortile, in piedi, sul foglio o alla lavagna); -Lavorare sullo spazio geometrico facendo leva sullo spazio rappresentativo (tattile, visivo, motorio) nel rapporto fra astratto e concreto; -Riflettere sulle esperienze geometriche occasionali in ambito domestico collegandole al lavoro a scuola; -Lavorare sui solidi e sugli elementi geometrici (punti, segmenti e rette, angoli); -Osservare simmetrie, similitudine, congruenza, uguaglianza del numero di lati; -Conversazione matematica: uguale, simile e diverso. -Consegne, quesiti e problemi come base di ogni forma di attività matematica.

50 I VALORI DEL NUMERO la sequenza dei nomi dei numeri (fino a che numero sai?); il valore cardinale (quanti sono?); il valore ordinale (sono arrivato primo); la misura (quanti passi...?); i numeri per riconoscere (le targhe...)


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