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Dalla lontana preistoria agli antichi Romani La donna nel tempo.

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1 Dalla lontana preistoria agli antichi Romani La donna nel tempo

2 “Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una Donna!” William Shakespeare

3 Introduzione Come in altre specie animali, anche in quella umana esiste una distinzione tra i due sessi basata sulle differenze biologiche tra l'organismo maschile e quello femminile (anatomia). Ma da questa diversità biologica è derivata una serie di differenziazioni di ruoli, funzioni e modelli di comportamento che non sono 'date' dalla natura, ma sono un prodotto della 'cultura', dipendono cioè dalle forme di vita dell'uomo, dagli usi e dai costumi, dalle credenze, dai modi di organizzare i rapporti sociali, giuridici ed economici.

4 La donna nella preistoria Nelle prime società umane la donna godeva di una grande considerazione per la sua facoltà di procreare, come dimostra la diffusione dei culti della Grande Madre e della Grande Dea, associate alla fecondità. Secondo alcuni antropologi vi sarebbe stata una fase dell'umanità in cui erano le donne a detenere il potere (matriarcato). L'ipotesi del matriarcato non è accettata da tutti, ma sembra probabile che nelle prime comunità umane non vi fosse una significativa differenza di status tra maschi e femmine: organizzate in bande nomadi di cacciatori-raccoglitori, queste comunità non conoscevano la distinzione in ceti e classi, né la famiglia basata sulla discendenza per linea materna o paterna. Esisteva però una divisione del lavoro: la raccolta dei prodotti della terra era compito delle donne, mentre agli uomini spettava la caccia. Questa divisione del lavoro conteneva già i germi della futura subordinazione femminile: infatti, anche se la raccolta non era meno importante della caccia, quest'ultima aveva un prestigio molto maggiore. La differenziazione dei ruoli si approfondisce con la comparsa di un sistema sociale basato sulla discendenza e dominato dal principio del diritto paterno, che sancisce il monopolio maschile della sfera pubblica ‒ politica, economia, diritto ‒ e relega la donna nella sfera domestica, assoggettandola completamente all'autorità del padre o del marito. Nelle società in cui il principio organizzativo non è la discendenza, bensì l'alleanza tra gruppi, le donne hanno un'importanza strategica, ma come meri 'oggetti': i rapporti di alleanza, infatti, vengono istituiti attraverso lo scambio delle donne.

5 Donna egizia La donna egizia era considerata pari all'uomo, tuttavia, erano gli uomini a ricoprire quasi tutte le cariche pubbliche, in ogni caso una certa uguaglianza tra uomini e donne si trovava solo nelle classi elevate della società. Solo cinque o sei donne diventarono faraone, ma molte regine collaborarono attivamente con i loro mariti nel governo del regno. Anche le figlie dei faraoni godevano di una posizione invidiabile: una di loro divenne addirittura “grande sacerdotessa”. Soprattutto durante l'Antico Regno, le donne non sposate potevano avere delle proprietà, disponevano della facoltà di amministrarle da sole, di comprarle e di venderle, e potevano trasmetterle ai loro eredi. Le donne, inoltre, potevano studiare e svolgere compiti da funzionario sia negli incarichi pubblici sia in case private. Quando si sposavano le donne, continuavano a disporre dei loro beni, e li mantenevano in caso di divorzio. Anche davanti alla legge godevano degli stessi diritti e doveri degli uomini: erano responsabili delle loro azioni e potevano essere portate in giudizio e punite come gli uomini. In seguito, durante il Nuovo Regno, le donne delle classi più elevate persero gran parte della loro indipendenza, si limitarono a svolgere le loro principali attività nella sfera privata, e divennero le "signore della casa". Le principali fonti indicano che nell'Egitto antico, tra le classi meno elevate, esisteva una divisione del lavoro in base al sesso. I servitori maschi si occupavano degli uomini, le donne, invece, erano a servizio delle signore. I servitori occupati nelle grandi tenute dei nobili o nei templi partecipavano alla lavorazione del pane e della birra, ma le donne erano specializzate nella filatura e nella tessitura. Un altro compito esclusivo delle donne era quello della balia, la donna che allatta figli non suoi; nel caso dei figli del re, soltanto donne appartenenti alla classe nobile potevano esercitare questa funzione. Nelle campagne, le contadine non partecipavano alla maggior parte delle attività agricole e pastorizie, ma collaboravano alla raccolta del grano.

6 Donna Mesopotamia La situazione delle donne in Mesopotamia, variava da città a città: in genere avevano una posizione di sostanziale parità con l’uomo infatti potevano occupare alte cariche e diventare anche sacerdotesse e regine. Le donne di alto ceto, come le sacerdotesse e coloro che facevano parte delle famiglie reali, sapevano leggere e scrivere. Anche le donne delle classi meno elevate erano libere di andare nei mercati dove potevano comprare e vendere, si occupavano delle faccende legali in assenza degli uomini, potevano possedere proprietà, chiedere dei prestiti, occuparsi di affari in proprio. Il potere e la libertà femminile diminuirono fortemente durante la dominazione assira. Risale proprio a questo periodo un documento che impone alle donne delle classi più elevate di portare il velo in pubblico.

7 Dal codice di Hammurabi Ecco alcune leggi del codice di Hammurabi che riguardano le donne: "Se una signora sposata mostra la sua faccia fuori dalla porta e insiste nel comportarsi stupidamente, gettando discredito sulla sua famiglia, verrà giudicata, e se suo marito decide di divorziare da lei, può divorziare senza darle nulla come risarcimento per il divorzio". "Se una donna sposata rimane incinta da un altro uomo, li si legherà e li si getterà nell'acqua. Ma se suo marito desidera, può lasciare che sua moglie viva." "Se un marito accusa sua moglie di tradimento, ma lei non è colta sul fatto, lei potrà giurare su Dio la sua innocenza e tornerà a casa propria." "Se un uomo desidera il divorzio da sua moglie, perché non ha generato figli, deve restituirle tutto ciò che ha speso e la dote che lei ha portato dalla casa del padre prima di lasciarla andare." "Se una donna litiga col marito e dice: "Tu non sei adatto a me" perché lui la lascia e la trascura, se lei non ha colpa e non c'è difetto nella sua parte, può presentare richiesta di divorzio. Poi può prendere la sua dote e ritornare nella casa di suo padre

8 La donna nella religione Ebrea La Legge contenuta nella Torah sosteneva l’inferiorità della donna all'uomo sotto ogni aspetto. Per questa ragione la donne ebree non potevano partecipare alla vita pubblica, né testimoniare ai processi. L’occupazione della donna consisteva quindi nel disbrigo dei lavori domestici. Le donne non erano neanche tenute allo studio della Bibbia, che invece era richiesto agli uomini. Quando entravano nel Tempio non potevano oltrepassare il vestibolo, e nelle sinagoghe non partecipavano né alla lettura della Torah, né alle preghiere. I padri potevano decidere se vendere le figlie come schiave oppure stipulare un contratto di matrimonio. Le ragazze di solito si sposavano assai giovani, fra i 12 e i 14 anni. La promessa di fidanzamento o il matrimonio potevano essere rotti, con una lettera di ripudio, solo dal fidanzato o dal marito, nel caso in cui “avesse trovato nella moglie qualcosa di vergognoso”. In caso di divorzio, il marito doveva versare alla donna dalla quale si separava la somma che era stata stabilita nel contratto di matrimonio. Il fatto di rimanere senza figli, era considerato una grande sventura, addirittura un castigo di Dio, per questo se dopo dieci anni di matrimonio non erano ancora nati figli, il marito poteva ripudiare la moglie. Le donne accusate di tradimento venivano condannate a morte per lapidazione, venivano cioè giustiziate scagliando contro di loro pietre fino a provocarne la morte.

9 La donna greca In tutte le città greche le donne occupavano una posizione inferiore rispetto a quella degli uomini. Esse dovevano massimo rispetto ed obbedienza, prima al padre e poi al marito, non potevano permettersi di interessarsi di questioni al di fuori della famiglia, né possedere alcun bene o proprietà. Le donne non avevano la cittadinanza, quindi non godevano dei diritti politici: non potevano partecipare alle assemblee, né votare, né candidarsi alle cariche pubbliche. Erano escluse anche dai giochi olimpici che non potevano neppure seguire come spettatrici. Le donne sposate delle classi più elevate, vivevano relegate nei ginecei, le stanze destinate alle donne. Erano autorizzate a lasciare l’abitazione solo per partecipare a nozze, processioni o funerali. In questi casi erano sempre accompagnate da un parente maschio (il padre,il marito, il fratello o il figlio) o in via del tutto eccezionale da uno schiavo. Quando erano in pubblico dovevano tenere il capo e il volto coperti da un velo. Le fanciulle di condizione elevata trascorrevano la loro infanzia rinchiuse tra le mura del gineceo giocando con bambole o con altri giochi, come la palla, la trottola,l’altalena o il cerchio, ma crescevano completamente ignoranti poiché non si riteneva necessario dare loro un’istruzione regolare come si faceva con i figli maschi. Le bambine venivano promesse in sposa fin dalla più tenera età. La promessa di matrimonio consisteva generalmente in uno scambio di doni: spesso veniva scelto come sposo chi offriva doni di maggiore valore, ma il consorte poteva anche essere scelto in base al prestigio sociale di cui godeva. In cambio il padre concedeva una dote. Le nozze, poi, si celebravano quando le fanciulle avevano tra i 14 e i 16 anni. Il marito, invece era sempre molto più anziano, l'uomo greco, infatti, si sposava all'età di circa trent'anni. I due sposi spesso si incontravano per la prima volta il giorno stesso delle nozze. Se restava vedova, la donna doveva dipendere dai figli, se erano adulti, o doveva tornare sotto la protezione del padre o del parente più prossimo.

10 La donna etrusca La struttura della famiglia etrusca non era dissimile da quella delle società greca e romana. Era cioè composta dalla coppia maritale, padre a madre, spesso conviventi con i figli ed i nipoti e tale struttura è riflessa dalla dislocazione dei letti e delle camere della maggior parte delle tombe. Merita un cenno la condizione sociale della donna che, a differenza del mondo latino e greco, godeva di una maggiore considerazione e libertà. Se per i latini la donna doveva rimanere in casa a filare la lana, per gli Etruschi ella poteva partecipare persino ai banchetti conviviali, sdraiata accanto al suo uomo, o assistere ai giochi sportivi ed agli spettacoli. Questo era scandaloso per i Romani che non esitarono a bollare questa eguaglianza come indice di licenziosità e scarsa moralità da parte delle donne etrusche. Addirittura in occasione più spinte dire "etrusca" ad una donna era sinonimo di "prostituta". Ma la condizione sociale della donna nella civiltà etrusca era veramente unica nel panorama del mondo mediterraneo, e forse ciò derivava dalla diversa stirpe dei popoli, pre-indoeuropei gli etruschi, indoeuropei latini a greci. La donna poteva altresì trasmettere il proprio cognome ai figli, soprattutto nelle classi più elevate della società, e, a differenza dei Romani che ne ricordavano solo il nome della "gens", cioè della stirpe, spesso la donna etrusca veniva ricordata nelle epigrafi, ma anche sul vasellame migliore della casa, con quello che oggi chiameremmo il "nome proprio", segno di maggiore rispetto per la sua individualità.

11 La donna nell’epoca romana Nei primi secoli della storia di Roma e durante tutta l’epoca repubblicana, l’uomo fu il capo indiscusso della famiglia, con un potere di vita e di morte sulla moglie, sui figli e sulla servitù. Soltanto l'uomo godeva dei diritti politici, la donna ne era del tutto esclusa. Anche per esercitare i diritti civili (sposarsi, ereditare, fare testamento) aveva bisogno del consenso di un uomo: prima il padre, poi il marito e, se restava vedova, il parente maschio più prossimo. I legislatori latini sostenevano che le donne non erano in grado di agire in modo autonomo in quanto ignoravano le leggi, erano deboli, superficiali e avevano un’intelligenza limitata. Le donne romane non avevano neppure diritto ad un vero nome proprio. Mentre ai maschi venivano assegnati tre nomi, alle femmine veniva attribuito solo il cognomen, cioè il titolo della famiglia a cui appartenevano, usato al femminile. Se le figlie erano più di una, ricevevano nomi come Prima, Secunda, Tertia, Maxima, Maior, Minor (cioè Prima, Seconda, Terza, La più grande, Maggiore, Minore). Il nome proprio di una donna, comunque, non doveva essere conosciuto se non dai più stretti familiari, non doveva mai essere pronunciato in pubblico e non veniva scritto neppure sulla sua tomba. Le fanciulle ricevevano in casa una sommaria istruzione, che riguardava per lo più l'economia domestica, fino all'età di 12-14 anni circa, quando venivano considerate adulte e pronte per il matrimonio, che veniva contrattato dal padre con il futuro marito. Durante la cerimonia nuziale, alla domanda “Qual è il tuo nome?” la sposa rispondeva con il cognomen dello sposo, che sostituiva o si aggiungeva al precedente cognomen paterno. Il dovere della donna sposata era quello di essere fedele al marito, di dirigere la casa, di partorire figli, di curarli e di istruirli fino all'età di sette anni, da quel momento essi passavano sotto la tutela del padre e la madre non aveva più nessuna influenza su di loro.

12 Delitto d’onore Nella storia italiana dei diritti negati alle donne c’è un capitolo, fortunatamente chiuso, su cui non si è fatta una giusta e approfondita riflessione. Stiamo parlando del delitto d’onore. È vero che è stato abrogato ormai da quasi trent’anni, ma come ci ricordano gli storici, è necessario studiare il passato per evitare che ciò che è successo si ripeta nel futuro. La memoria ci rende più consapevoli. In breve, il delitto d’onore era l’attenuante a cui faceva ricordo l’omicida, prevalentemente maschio, quando aveva ucciso una componente della sua famiglia, in una serie di circostanze: la flagranza dell’adulterio, e lo stato d’ira da questo causato. In altre parole, l’uomo che assassinava la moglie, la figlia, la madre o la sorella, poteva fare appello all’ articolo 587cp, e scontava una pena irrisoria dai tre ai sette anni, quando in un omicidio “normale” la pena massima è di vent’anni. Tutto ciò era permesso, fino al 5 agosto 1981, perché vigeva nella società e nella cultura legislativa un atavico ideale, ovvero l’onore. L’onore è tipico della famiglia patriarcale, nella quale il potere viene tramandato seguendo la linea paterna, e in cui la donna è in condizione di sudditanza rispetto all’uomo. L’onore risultava dalla stima che gli altri avevano della persona e questa stima dipendeva quasi esclusivamente dalla condotta sessuale della donna: l’uomo controllava le donne, mentre le donne tramandavano i valori e l’onorabilità della famiglia attraverso comportamenti sessualmente irreprensibili. La donna subiva i soprusi o del marito o del padre o dell’intera comunità, nel momento in cui veniva persuasa a togliersi la vita per ripristinare l’onore perduto dalla propria famiglia. Questa situazione, ancora in vigore dopo la proclamazione della Costituzione in cui si dichiarava parità di diritti, iniziò a cambiare con Franca Viola, ragazza siciliana che decise di non vendicare personalmente la violenza subita e di lasciare che la giustizia facesse il suo corso. Dalla vicenda, avvenuta nel 1965, l’opinione pubblica cominciò a rivendicare giustizia ed effettiva parità di diritti anche in queste circostanza; l’anno successivo si diede il via al lento e faticoso iter legislativo che portò all’abrogazione degli articoli il cinque agosto del 1981 con la legge numero 442. Da quel momento un’altra battaglia per il rispetto delle donne era stata vinta

13 Chiara Fierini Classe IV D a.s. 2015-2016


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